Tripla inaugurazione all’I.C. “Maddaloni 2 – Valle”, il primo istituto dotato delle aule delle meraviglie.

Maddaloni. Giovedì mattina, 16 maggio, grande fermento all’ I.C. “Maddaloni 2 – Valle”. Da diversi mesi si sta lavorando alacremente e in simultanea nei tre edifici che ospitano i vari plessi dislocati a Maddaloni in via Feudo e via San Francesco d’Assisi e a Valle di Maddaloni per allestire tre ambienti di apprendimento innovativi, al passo con le nuove tecnologie ed i nuovi linguaggi con i quali gli alunni hanno dimestichezza e familiarità.
Contestualmente all’allestimento delle aule, la dirigente Rosa Suppa e i docenti dell’istituto hanno seguito un corso di formazione intensivo tenuto dall’ ing. Francesco Aversano, che si è occupato anche del collaudo delle tre aule. Una volta collaudate, gruppi di alunni, i primi a Maddaloni, hanno iniziato ad entrare in questi nuovi ambienti di apprendimento e a provare in via sperimentale queste nuove forme di didattica che, a seguito dell’inaugurazione, entreranno nella loro quotidianità.
La dirigente Rosa Suppa ha tagliato ben tre nastri nelle scuole che dirige, in tre distinte inaugurazioni, affiancata dai sindaci dei rispettivi comuni Andrea De Filippo e Francesco Buzzo e alla presenza di altre autorità quali l’assessore Annarita Santangelo, il parroco don Giuseppe, il maresciallo dei Carabinieri. Presente una rappresentanza del consiglio di istituto con il presidente Roberto Cappa, lo staff della dirigente, docenti ed alunni che hanno mostrato, coadiuvati dall’ingegnere Aversano, con destrezza e disinvoltura, cosa si può realizzare in queste aule e come la didattica è cambiata grazie alle nuove tecnologie, che trasformano gli alunni in studenti competenti, in grado di progettare, programmare ed immergersi totalmente nelle discipline che studiano.
A lei abbiamo chiesto cosa cambia da oggi per suoi giovani studenti che hanno spiegato agli adulti presenti come faranno lezione grazie a queste aule:
L’aula immersiva è la nuova frontiera della didattica, in cui l’ambiente, dinamico e inclusivo, che permette di poter accedere ai contenuti multimediali. Si ha la possibilità di essere proiettati nel tempo e nello spazio, con contenuti che riguardano più materie. Nell’aula immersiva, è possibile usufruire di immagini che spaziano, nell’arco di pochi secondi, dalla storia, alla geografia, all’astronomia, alle lingue, all’arte e alle scienze. STEM in vece è l’acronimo di Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Con STEM si intende una revisione delle metodologie didattiche finalizzata all’integrazione delle discipline scientifiche con quelle non scientifiche. Tra i motivi alla base dell’interesse per questi aspetti vi è la crescente complessità della realtà: i problemi che oggi l’umanità si trova ad affrontare difficilmente possono essere risolti con l’applicazione di singole conoscenze. STEM può essere considerata come la tendenza ad integrare le varie discipline in maniera più o meno profonda. Più in generale, l’approccio transdisciplinare all’insegnamento crea uno spazio aperto in cui gli studenti smettono di classificare in singole “materie” ciò che hanno imparato, ma utilizzano invece tutte le conoscenze che hanno assimilato e le abilità che sono in grado di applicare per risolvere problemi nei più svariati campi (sviluppo delle competenze).La robotica educativa è un campo che utilizza robot e attività correlate per promuovere l’apprendimento scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico tra gli studenti. È importante perché stimola la creatività, il pensiero critico e la risoluzione dei problemi, incoraggiando i giovani a esplorare concetti complessi in modo pratico e coinvolgente.

A Maddaloni e a Valle di Maddaloni il futuro è già presente grazie a queste aule che hanno generato entusiasmo e curiosità tra gli adulti. Gli alunni, invece, già a loro agio, hanno a loro disposizione questa grande opportunità. All’insegnamento di tipo classico, di per sé stimolante e creativo, si può, quindi, aggiungere una prospettiva diversa, più dinamica, attiva e mutevole. La creatività e la fantasia, in entrambi i casi, hanno possibilità di emergere, con sfumature diverse.

Anna Rita Canone

Malasanità italiana, una testimonianza

"È  una situazione assurda, che coinvolge moltissimi comuni che fanno capo all'ATS Bergamo est.
A fine 2020 e 2021 sono andati in pensione un sacco di medici di medicina generale, e non tutti sono stati rimpiazzati. Già dove vivevo lo scorso anno avevo dovuto "scegliere" un medico del comune vicino. Non era alla pari di quello che avevo, ma pazienza.
Poi la scorsa estate ci siamo trasferiti, cambiando comune, e ci hanno "cancellati" dai pazienti seguiti dal medico che avevamo.
Sono andata all'asl per averne uno, ma non ce n'erano.
Ho provato un altro giorno e ci hanno assegnato un medico provvisorio, che però ha terminato l'incarico, lasciandoci nuovamente senza.
Non avendo fortunatamente grossi problemi, per un paio di mesi sono riuscita ad avere le ricette per i farmaci delle mie terapie, inviando messaggio all'ufficio asl di zona, che me le faceva trovare presso un ambulatorio.
Ogni tanto Davide sta poco bene (forti indigestioni oppure mal di schiena) e non va al lavoro, quindi serve certificato medico, che riusciamo facilmente ad avere tramite la guardia medica, dopo le ore 20,00.
Solo che da poco hanno cambiato le procedure, e così ieri sera abbiamo fatto 23 km per arrivare alla guardia medica, per scoprire che era chiusa e che dovevamo chiamare il numero europeo "armonizzato" 116117. Cosa che faccio subito e ci rimpallano in un'altra guardia medica esattamente dalla parte opposta della valle. Abbiamo percorso 65 km perché Davide fosse visitato.
Se ho bisogno del medico, devo fissare un appuntamento in farmacia, le tempistiche vanno dai 15-20 giorni in poi, e anche questo a una 20ina di km.
Dovrei anche fare degli accertamenti, ma come si fa così?
La dottoressa di ieri sera mi ha chiaramente specificato che è un problema generalizzato, ma che nell'ATS di questo territorio è una situazione vergognosa e nelle altre ats non è così. 😦
Lombardia, dove le cure sono sì d'eccellenza, il problema è riuscire ad accedervi…
Da Formigoni in poi non hanno fatto altro che distruggere il sistema sanitario, in favore dei centri privati. Dopo il Covid-19 la situazione è precipitata, anche perché, diciamolo, il "governatore" (e la sua congrega di complici), non è decisamente una persona capace di fare gli interessi della gente. I suoi sì, visto che ha o aveva capitali all'estero…"

Caterina Vittoria Filippi

Remigio De Matteis e la sua nuova vita a Torino


Remigio De Matteis, combattivo Presidente del Gruppo Pa-Dri Separati di San Felice a Cancello, vive ormai da 7 mesi a Torino.
Remigio è rinato: ha stipendio regolare e a norma, ferie, malattie pagate, tutto secondo CCNL.

" Ho lasciato la mia terra: come OSS ero sfruttato e senza alcuna possibilità di carriera.
Qui, invece, sono OSS di sala operatoria, affianco gli infermieri e i professori/chirurghi nelle sale operatoria e sono in sala sterilizzazione ferri.
Certo, qui la vita è più costosa, ma gli stipendi sono adeguati e, soprattutto, a norma.
Conoscevo un poco il Piemonte: sono stato a Torino durante il servizio militare. Non ho avuto alcun "calcio" politico: sono venuto, ho lasciato il mio CV presso un'agenzia e mi hanno chiamato.
Qui le agenzie di lavoro funzionano, sono serie e ho potuto far fruttare la mia professionalità: sapevo che sarebbe stato diverso.
Lancio un j'accuse: possibile che solo qui la mia professionalità sia stata apprezzata e gratificata con contratto a norma? Perché i miei colleghi sono sfruttati con "contratti" ridicoli a 800€/mese?
Vorrei lanciare questo messaggio ai più giovani: seguite i vostri sogni. Non arrendetevi.
Fuori avrete mille possibilità di crescita, con soddisfazioni personali e lavorative: è triste dirlo, ma è così. Se il lavoro non vi gratifica personalmente (e tanto meno economicamente), non abbiate paura: andate altrove.
Studiate, spostatevi, credete in voi stessi, coltivate i vostri sogni e le vostre aspirazioni. Ce la farete, la meritocrazia esiste: non ovunque, ma esiste".
Anna Rita Canone


Torna a Caserta il museo del mattoncino

Caserta – I mattoncini colorati, le costruzioni del marchio più famoso del mondo hanno un fascino che non conosce età e non passa mai di moda. Appassionati collezionisti, nostalgici, semplici curiosi, famiglie con bambini e scolaresche attendono questo che è diventato ormai a Caserta un appuntamento fisso da diversi anni. Quest’anno la sede è cambiata, ma l’organizzazione è la stessa.
Gianluca Vaccaro, cresciuto con i i mattoncini colorati che ha custodito gelosamente, ampliando negli anni la sua preziosa collezione e trasmettendo la sua passione ai figli, così come a lui la aveva trasmessa la nonna a cui è dedicato il museo, accompagnerà grandi e piccini in un viaggio nel tempo attraverso la storia dei mattoncini danesi, dai primi esemplari in legno fino alle ultime creazioni.
Tutto questo sarà visitabile nei giorni 10, 11 e 12 maggio all’interno del Circolo Nazionale in via Mazzini n.2 a Caserta, all’angolo con piazza Dante.
La mostra, giunta alla sesta edizione, è l’unica al mondo a tema “Lego”. Si parte dalle “pietre miliari” del noto brand, lungo il percorso tra le teche, i visitatori saranno accompagnati da guide che racconteranno aneddoti e curiosità di un mondo che continua ad entusiasmare e a far sognare intere generazioni. Durante la visita guidata, della durata di un’ora, si potranno visionare diversi set storicie le riproduzioni di personaggi famosi come Maradona a Trinità.
E non finisce qui perché, al termine della visita, ci si potrà trattenere in un’ area allestita per giocare con i mattoncini, costruendo ciò che più si desidera.
Sono prenotabili visite per gruppi e scolaresche contattando il 328 9055218.

Anna Rita Canone

Nu bbêllu ccafè

Martedì 7 e mercoledì 8 maggio, nella prestigiosa cornice del Castel Nuovo (Maschio Angioino) di Napoli, si terrà l’evento Nu bbèllu ccafè.

La manifestazione, patrocinata dal Comune di Napoli – che ha istituito la Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano -, è promossa e sostenuta dall’Assessorato al Turismo e alle Attività Produttive e si pone l’obiettivo di valorizzare una delle più grandi tradizioni di Napoli e della sua identità culturale.

L’evento, gratuito e aperto al pubblico, vedrà la partecipazione di esperti del caffè, importanti torrefattori italiani, titolari di prestigiose caffetterie cittadine, maestri dell’espresso, personalità del mondo intellettuale e si candida ad essere uno straordinario attrattore di interesse turistico.

Un palco, posto nel cortile principale del Maschio Angioino, sarà caratterizzato da momenti di salotto culturale, interviste, iniziative sociali, presentazioni di libri, momenti d’arte e spettacolo e di confronto con gli spettatori.

Per tutta la durata dell’evento il caffè sarà offerto gratuitamente alla città.

I visitatori, inoltre, potranno assaggiare il caffè in molteplici versioni, prepararlo con la macchina a leva, guidati da baristi professionisti, e partecipare a piccoli corsi sui segreti del vero caffè napoletano.

Il programma completo dell’iniziativa, che intende rafforzare anche la candidatura del “Rito del caffè napoletano e italiano” come Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, sarà illustrato durante una conferenza stampa.

Anna Rita Canone

25 aprile a Maddaloni

Domani, giovedì 25 aprile, ricorre il 79 esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Una ricorrenza patrimonio di tutti gli italiani, un giorno da celebrare per ricordare tutti coloro che sacrificarono la propria vita per la libertà del nostro Paese dalla guerra e dal regime che la opprimeva. Una giornata per ricordare l’importanza dei valori racchiusi nella nostra Costituzione e dell’impegno nel rispettarli sia come cittadini che come amministratori.

A Maddaloni, in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile, alle ore 11.00, il sindaco Andrea De Filippo, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e delle associazioni, depositerà una corona d’alloro in Piazza della Vittoria, dinanzi al monumento ai Caduti per l’Italia, per la pace e per la libertà.
La cittadinanza è invitata.

Anna Rita Canone

Storia di una vittoria:

Bellissima testimonianza di Stefania Sambataro:

Non sarà di oro vero ma questa medaglia ha un valore infinito.

Come molti di voi sanno, mio figlio dodicenne è stato sempre un po’ sovrappeso per i cicli di cortisone per broncospasmo (quest’anno evitato grazie ad una “nuova” pneumologa super-eroe!).

Ed è stato sempre un pò deriso dai compagnetti. Neanche il suo allenatore gli ha mai trasmesso chissa’ quale fiducia.

Corsia 6, gara amatoriale

A fianco due “supercampioni” del “super mister” della scuola nuoto. Da 8 anni sempre primi e secondi. “Come ti senti vicino a due campioni?” Sghignazza il super mister. Il suo neanche un saluto perché impegnato nel tenere i tempi di tutti.

“Mamma non ci voglio andare, stiamo a casa”, mi ha detto fino all’ultimo.

“Ti piace nuotare?” “Si” “Allora andiamo solo per divertirci”.

Fischio dei 50m sl classe 2012. Tuffo in acqua. Pochissimi secondi durati un’eternità.
I fotografi che corrono in corsia 6.

Non trattengo le lacrime.

Primo. Contro tutto e tutti. Una “vittoria” strappata con la rabbia.
Una rivincita su tutti.
Per una volta vincere è stato forse più importante che partecipare.
Un esempio per tutti.

Non lasciate che gli altri dicano cosa potete o non potete fare, mai. Non lasciatevi e non lasciate che i vostri figli siano condizionati dagli altri.

Dobbiamo credere in noi stessi.

Orgogliosa di mio figlio che non si è mai arreso e ieri era super felice! E noi con lui”.

Anna Rita Canone

LA SCUOLA DI COMMISSARIATO NELL’ ESERCITAZIONE “CAIATIA 2024”

Caiazzo (CE), 15 marzo 2024. La Scuola di Commissariato dell’Esercito ha schierato presso il Comune di Caiazzo (CE) il Battaglione Mezzi Mobili Campali, per condurre l’esercitazione denominata “CAIATIA 2024” che ha consentito di verificare sul campo la capacità operativa di un dispositivo logistico in caso di intervento per pubbliche calamità in soccorso alle popolazioni locali. In particolare ha consentito di addestrare il personale allo schieramento e alla gestione di un modulo campale con conduzione di mensa, panificio, lavanderia e servizi, in modalità self sustained, nonché di verificare la completezza ed efficienza degli assetti in termini di mezzi e materiali.

Personale altamente specializzato del Battaglione ha simulato con i volontari della Protezione Civile del Comune di Caiazzo le diverse attività e modalità di intervento da porre in atto nello scenario ipotizzato.

A premessa dell’esercitazione si è tenuta, presso il teatro “Jovinelli” di Caiazzo, la conferenza intitolata “Arte Bianca: Storia di una Nazione e del suo Esercito”, alla presenza del Comandante Logistico dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Mauro D’UBALDI,  del Comandante dell’Ufficio Centrale del Bilancio e degli Affari Finanziari nonché Capo del Corpo di Commissariato, Tenente Generale Stefano REGA, del Sindaco della città di Caiazzo, Dott. Stefano GIAQUINTO, che ha patrocinato in maniera fattiva l’attività, mettendo a disposizione della Scuola di Commissariato tutte le strutture, del Presidente del Consiglio Regionale della Campania, del Prefetto di Caserta e di una rappresentanza degli istituti scolastici locali, che hanno partecipato con interesse alla conferenza.

I relatori intervenuti, tra i quali i “maestri” Franco Pepe e Daniele Malafronte, hanno delineato un excursus sulla panificazione, anche tratteggiando la storia delle capacità campali espresse dall’Esercito dalla sua costituzione fino ai giorni nostri. Inoltre, grazie alla collaborazione della dottoressa Patrizia Cusano, esperta in scienze dell’alimentazione, sono stati illustrati i principi nutritivi dei prodotti dell’arte bianca.

Al termine della conferenza, l’esercitazione è proseguita con una dimostrazione pratica di panificazione su forno campale, tenuta dal Battaglione Mezzi Mobili Campali in coordinazione con il “maestro” Franco PEPE, il quale ha fornito un saggio della propria arte mettendo a disposizione preziose nozioni tecniche.

La Scuola di Commissariato opera alle dipendenze del Comando Logistico dell’Esercito per il tramite del Comando Commissariato

Anna Rita Canone

Marcianise, Quaresima di Carità

Domenica 10 marzo 2024, IV di Quaresima, la comunità parrocchiale di Santa Maria della Sanità ripropone l’iniziativa della Quaresima di Carità con una raccolta fondi e alimentare a favore del Centro Caritas don Donato Giannotti.

Don Raffaele D’Agosto spiega così l’iniziativa: “Nel Messaggio per la Quaresima 2024 Papa Francesco ha affermato: “Ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore. La Parola di Dio ci aiuta ad aprire gli occhi per accogliere la vita e amarla, soprattutto quando è debole”.

L’iniziativa permetterà di affrontare la difficile sfida di sostenere nuclei familiari o singole persone in stato di conosciuto e comprovato disagio economico, con un sostegno economico per l’acquisto di cibo e il pagamento di alcuni servizi essenziali riguardanti il Centro don Giannotti.

Il Centro don Giannotti:

Don Raffaele spiega di cosa si tratta: “Don Donato Giannotti è stato fondatore delle Suore Ancelle dell’Immacolata. L’ istituto ha sede in via Giulio Foglia, dove si trova la Parrocchia della Sanità ed è stato donato alle Parrocchie di Capua sul territorio di Marcianise. Vi sono tanti volontari di tutte e 4 le parrocchie.

In questa struttura le quattro parrocchie da oltre 10 anni organizzano un’attività caritativa per i bisognosi nel territorio: quotidianamente vi è un pasto alle ore 12, la distribuzione dei viveri, un centro di ascolto e la possibilità di un ristoro anche personale, quindi servizi docce e cambio d’abito. Ci si sta organizzando – abbiamo già ristrutturato – per un’ala della casa da adibire a prossimo dormitorio per raccogliere gli indigenti. Le Parrocchie si autofinanziano per sostenere il Centro Giannotti, ogni Parrocchia mette la propria quota. Anche le suore, nonostante la donazione, danno la loro quota per l’istituto caritativo delle 4 Parrocchie”.

Anna Rita Canone

“Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano”

Foto di Valentina Cosentino

16 febbraio 2024. Un viaggio attraverso i secoli alla scoperta del paesaggio delle acque calde tra Etruschi e Romani nel territorio dell’antica città-stato etrusca di Chiusi: dal 16 febbraio al 30 giugno 2024 è in programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano”, che presenta al pubblico gli straordinari ritrovamenti effettuati nell’estate 2022 e le novità venute alla luce nel 2023 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni.  

I Bronzi di San Casciano, esposti da oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, offrono alla nostra comunità un frammento di storia sepolta e anche l’emozione di questa scoperta, definita dagli esperti una delle più rilevanti degli ultimi tempi. Si tratta di uno scavo giovane, siamo certi che le ricerche condotte dal Ministero della Cultura, con il coinvolgimento di tanti atenei, coordinati dall’Università per Stranieri di Siena, ci regalerà nel prossimo futuro molte nuove scoperte. Abbiamo già proceduto all’acquisto di un palazzo cinquecentesco nel centro storico di San Casciano e ciò renderà possibile presto l’apertura di un museo che diventerà la nuova casa di questi reperti. La ferma volontà di mantenere il legame inscindibile delle scoperte con il territorio è parte costitutiva del progetto di valorizzazione dell’identità delle nostre comunità locali. I musei sono punti cardinali della nostra identità e memoria. La mostra al MANN, fra i più importanti musei archeologici al mondo, testimonia l’importanza per il Ministero della Cultura di questo progetto e ribadisce come il patrimonio sia di tutti”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Dall’età del bronzo fino all’età imperiale, la grande tradizione di produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria è raccontata in un percorso ricco di suggestione: come l’acqua calda delle sorgenti termali si fa vortice e diviene travertino, così il visitatore scopre come le offerte in bronzo incontrino l’acqua calda, non solo a San Casciano dei Bagni, ma anche in una moltitudine di luoghi sacri del territorio. Oltre venti statue e statuette, migliaia di monete in bronzo ed ex-voto anatomici narrano una storia di devozione, di culti e riti in luoghi sacri dove l’acqua termale era usata anche a fini terapeutici. L’eccezionale stato di conservazione delle statue ha permesso di tramandare lunghe iscrizioni in etrusco e latino che restituiscono nuovi dati sul rapporto tra Etruschi e Romani, sui culti presso le sorgenti termali e sulle divinità qui venerate.

I Bronzi di San Casciano sono da oggi ospitati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli nei nuovi spazi espositivi, che per la prima volta aprono le porte al pubblico. La scelta non è casuale: non sono solamente dei capolavori dell’antichità ad essere in mostra al MANN, ma il risultato di un percorso di scavo in corso, dove statue in bronzo – ed è una circostanza rarissima – sono restituite nel loro contesto, raccordando le storie di un centro antico di ritualità e culto, che dal III secolo a.C. al V secolo d.C. fece dell’acqua termale il suo fulcro.  Così il racconto dello scavo del santuario, che fu etrusco prima e romano poi, si snoda nelle nuove sale espositive come un viaggio nel paesaggio delle acque sacre che è al contempo un viaggio nella ricerca. Il percorso dei Bronzi di San Casciano dei Bagni è infatti il frutto della collaborazione tra Musei italiani, Università, enti locali in cui si mette in atto quella valorizzazione immediata dei risultati degli studi in corso che dovrebbe essere il fine ultimo di tutti i progetti di archeologia”, commenta il Direttore generale Musei del MiC, Massimo Osanna.

La mostra, promossa dal Ministero della cultura, è stata realizzata grazie alla collaborazione tra una pluralità di istituzioni preposte alla ricerca, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio. Organizzata dalla Direzione generale Musei del MiC, l’esposizione presenta al pubblico i risultati degli scavi archeologici del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. Gli scavi sono in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni dalla Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Mic, con la tutela della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo. Il coordinamento scientifico è dell’Università per Stranieri di Siena. I restauri sono avvenuti con il supporto dell’Istituto Centrale del Restauro.  

Sono orgogliosa che il progetto di San Casciano dei Bagni oggi venga ospitato a Napoli, all’interno delle prestigiose sale del Museo Archeologico Nazionale. Tra l’altro la mostra si arricchisce anche di nuovi reperti provenienti dallo scavo appena concluso, segno di un’attività che prosegue, grazie alla sinergia con l’Università per Stranieri di Siena e il Ministero della Cultura, e che è ancora in grado di stupirci. E, parafrasando il titolo della mostra, siamo anche felici di sapere che presto i nostri Dei ritorneranno a San Casciano“, afferma la sindaca di San Casciano, Agnese Carletti.

La mostra, curata da Massimo Osanna e Jacopo Tabolli, è stata presentata per la prima volta al Palazzo del Quirinale tra giugno e dicembre del 2023, grazie all’iniziativa della Presidenza della Repubblica. Il nuovo allestimento al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, arricchito da nuovi reperti provenienti dallo scavo della scorsa estate, è stato progettato da Guglielmo Malizia e Chiara Bonanni.

Tra i reperti mai esposti al pubblico spicca la statua in bronzo che rappresenta una figura femminile con le mani aperte per la preghiera. La donna indossa un chitone e un mantello; il suo viso è incorniciato da una chioma finemente pettinata e lunghe ed eleganti trecce avvolte cadono sul petto. La scultura rimanda a figure con manto trasverso diffuse sin dalla prima età ellenistica, e può essere datata alla metà del II secolo a.C. Il manufatto è stato rinvenuto nell’insieme di offerte all’interno della vasca sacra, in un gruppo di statue che abbracciavano un grande tronco di quercia. La scultura di devota orante era deposta a testa in giù, come a voler rivolgere la sua preghiera verso il cuore della sorgente termale.

Il secondo reperto inedito è la base di un donario in travertino, che eccezionalmente presenta un’iscrizione ‘bilingue’. La metà destra è redatta in etrusco, con lettura da destra a sinistra, mentre la metà sinistra è in latino, con una lettura da sinistra a destra: [f]lere havens[fon]s caldus che si può tradurre (Io sono il) Nume della Fonte – (Io sono il) Fonte Caldo. A parlare è la divinità stessa, che dobbiamo immaginare rappresentata al di sopra della base del donario. Si tratta di un documento eccezionale dell’uso pubblico dell’etrusco ancora all’inizio dell’età augustea. La divinità, che sta parlando nelle due lingue, ben rappresenta l’esistenza di destinatari diversi fra le comunità accolte dal santuario: l’esigenza comune era di essere compresi da tutti. Dalla campagna di scavo del 2023 al santuario del Bagno Grande provengono numerosi nuovi bronzi, riconducibili alle pratiche religiose e rituali di questo luogo di cura termale. Tra questi, benché di piccole dimensioni, spicca un reperto che può essere inserito nel gruppo degli ex-voto anatomici. Si tratta probabilmente di un rene “in versione miniaturistica”. Infine, intagliato in un prezioso frammento di cristallo di rocca perfettamente trasparente, con rare e impercettibili impurità, vi è un pendente a forma di pesciolino. Il cristallo di rocca era ritenuto nell’antichità portatore di numerose proprietà benefiche e mediche, oltre ad essere usato come lente ustoria per curare le ferite; inoltre, essendo interpretato come ghiaccio pietrificato, era reputato utile a preservare il sonno dei defunti e a ritardarne il disfacimento del corpo. Il reperto si data ai primi decenni del I sec. a.C. ed è stato rinvenuto presso la sorgente di acqua fredda esterna al tempio, dentro un focolare, in associazione con una lama di coltello in ferro.

Fra le opere in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, si notano la splendida statua in marmo dell’Afrodite del tipo di Doidalsas, copia romana di età traianea (II secolo d.C.) da un originale ellenistico, rinvenuta nel Cinquecento presso la sorgente della Doccia della Testa; dalla vasca sacra del Bagno Grande, proviene invece la statua in bronzo diApollo in atto di scagliare una freccia, risalente al 100 a.C. Accanto alle statue delle divinità, vi sono le raffigurazioni di offerenti, come il personaggio togato databile al I secolo a.C., che presenta molte affinità con il celebre Arringatore conservato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze; ancora, da non perdere la statua maschile di un giovane malato, rappresentato nudo e in posizione orante: sulla gamba sinistra reca un’iscrizione latina che ricorda come L. MarcioGrabillo offrì a Fons un donario composto, oltre che da questa statua, da altri sei simulacri in bronzo (signa)e da sei arti inferiori. Testimonianza dei dedicanti sono anche i votivi anatomici che riproducono parti del corpo umano (fra cui un orecchio in bronzo con la dedica alla Fortuna primigenia, divinità che tutelava la sorgente fin dalla fase più antica), e le monete romane offerte in età imperiale. Il fulmine in bronzo, deposto insieme a una freccia in selce all’interno di uno strato di tegole e coppi, evoca il fulgur conditum: il rito del fulmine sepolto, in base al quale tutto ciò che all’interno di un tempio o di un santuario veniva colpito da un fulmine doveva essere sepolto, così come il fulmine stesso. Tale strato di laterizi sigillò l’antica vasca etrusca, aprendo la strada alla monumentalizzazione del santuario in età romana, durante il regno dell’imperatore Tiberio (I secolo d.C.).

Il catalogo è a cura di Treccani, con la sponsorizzazione tecnica di Intesa Sanpaolo. Hanno inoltre finanziato lo scavo e i restauri per la mostra Friends of Florence, Ergon, Robe Cope per Vaseppi, Banfi srl e il Castello di Fighine.

San Casciano dei Bagni – L’Accordo di valorizzazione

In continuità con l’esposizione del Quirinale, il percorso di visita si configura come una scelta di opere rappresentative fra quelle che faranno parte dell’allestimento permanente. Il nuovo museo nazionale avrà sede nel Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei Bagni, acquistato dal Ministero della Cultura con il rogito del 19 giugno 2023, e ospiterà i reperti provenienti dallo scavo del Bagno Grande, dalle ricognizioni archeologiche e dalle collezioni storiche del territorio.  

Il progetto rientra in un più vasto programma strategico, delineato nell’Accordo triennale per la valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico di San Casciano dei Bagni, siglato nel febbraio 2022 dal Ministero della cultura, tramite la Direzione generale Musei e la Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio, dalla Regione Toscana, dal Comune di San Casciano dei Bagni e dall’Università per Stranieri di Siena, ai sensi dell’art. 112, comma 4 del decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004. Nell’Accordo di valorizzazione è prevista l’esecuzione di nuove ricerche e scavi nell’area delle acque termali del Bagno Grande. Si prevede anche la costituzione di un Parco Archeologico-Termale, del Museo e di un Hub internazionale di ricerca. In questo quadro, il Palazzo dell’Arcipretura potrà diventare un luogo di riferimento per le operazioni di conservazione, tutela, esposizione e valorizzazione dei reperti provenienti dal complesso santuariale legato alle acque termali di San Casciano dei Bagni e, in particolar modo, dal deposito votivo del Bagno Grande che ha restituito i celebri reperti in bronzo.

Anna Rita Canone

Maddaloni: l’ANFI ricorda le Foibe

Foto di Giuseppe Diodati

L’ANFI di Maddaloni ha iniziato il 2024 dedicandosi alla realizzazione di un vero e proprio monumento per ricordare le vittime dell’eccidio delle foibe ed in particolare tre finanzieri, due maddalonesi e un cittadino di Valle di Maddaloni, che sono scomparse a causa di questo eccidio.

Sabato 10 febbraio, in occasione della giornata del ricordo, di cui quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della sua istituzione attraverso una legge del 2004, l’ANFI ha organizzativo una cerimonia per inaugurare questo monumento che, grazie al patrocinio del comune di Maddaloni, è stato installato all’interno della villa comunale di piazza don Salvatore d’Angelo, nel centro della città di Maddaloni e poco distante dalla sede della sezione ANFI cittadina.

La cerimonia di inaugurazione è stata moderata dalla giornalista Lucia Grimaldi, che da anni collabora con il circolo ANFI di Maddaloni. In questa occasione, prima della cerimonia, il presidente della sezione ANFI Giuseppe Farina insieme al presidente regionale Andrea Grasso, consigliere nazionale ANFI, le è stato consegnato l’attestato e la tessera di socio benemerito per la fervida attività svolta in favore dell’associazione.

La cerimonia, alla presenza della autorità civili e militari del territorio, è stata aperta dalla Fanfara degli allievi finanzieri di Bari, diretta dal maestro Giovanni Raccuglia.
Madrina dell’evento il maresciallo Maria Renga.

Presenti in piazza, nonostante la pioggia, il vicesindaco di Maddaloni Nicola Corbo e il sindaco di Valle di Maddaloni Francesco Buzzo; il comandante provinciale della Guardia di Finanza Nicola Sportelli e il capitano Benedetta Antonaci, il presidente regionale ANFI Andrea Grasso e una folta rappresentanza di sezioni ANFI della Campania. Con loro il capitano Caffarra della Scuola di Commissariato dell’esercito di Maddaloni, il vicequestore aggiunto Giaquinto e l’ispettore Tagliafierro del locale commissariato di Polizia di Stato, il maggiore Esposito della Compagnia dei Carabinieri di Maddaloni, il cappellano militare don Gerardo, Giuseppe Saccone erede di una delle vittime a cui è dedicato il monumento e numerose associazioni con i loro labari, una delegazione di alunni dell’I.C. “Maddaloni 2 – Valle” con la preside Rosa Suppa e una delegazione di studenti del liceo classico “Giordano Bruno” e tanti cittadini.

Il monumento, che rappresenta una foiba, è realizzato con pietre carsiche con due braccia in acciaio che si levano al cielo, ed è stato realizzato dal maestro Wladimiro Cardone con il mastro fabbro Michele Affinito.

Alla scopertura dell’opera da parte della madrina Maria Renga è seguita la benedizione di don Gerardo e la lettura della preghiera del finanziere.
Ha seguito la descrizione dell’opera che reca sulla sua base quattro targhe commemorative: “Questa Stele conservi la memoria di tutte le Fiamme Gialle che, nel periodo fra l’autunno del 1943 e l’estate del 1945, per affermare i principi delle legalità, furono vittime della persecuzione dell’esercito di liberazione Jugoslavo del maresciallo Tito. Non cada nell’oblio, in particolare, il sacrificio dei cari concittadini:
Appuntato Michele BUONO, nato a Maddaloni il 28 ottobre 1905, appartenente alla Legione di Trieste, trucidato da partigiani sloveni a Canebola di Faedis (Udine) e decorato di Medaglia di Bronzo al Merito Civile “alla memoria”; Finanziere Pancrazio SACCONE, nato a Valle di Maddaloni il 29 ottobre 1919, appartenente alla Legione di Trieste, disperso nella Venezia Giulia dopo il 2 maggio 1945; Finanziere Domenico SANTO, nato a Maddaloni il 25 aprile 1902, appartenente alla Legione di Trieste, disperso nella Venezia Giulia dopo l’8 settembre 1943
.”

Dopo la deposizione della corona d’alloro da parte delle autorità, la cerimonia si è conclusa con un mini concerto della Fanfara degli allievi finanzieri di Bari.

Parole di ringraziamento per tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento della giornata da parte del presidente Giuseppe Farina, e parole di elogio negli interventi delle autorità per l’impegno, il lavoro e i tanti campi in cui spaziano le iniziative della sezione ANFI di Maddaloni, che con il suo concreto contributo arricchisce la città di Maddaloni e valorizza l’ANFI tutta.

Anna Rita Canone

Gli studenti di San Leucio restaurano un Bambinello a Marcianise

Marcianise: in occasione della Candelora, festa cristiana che celebra la Presentazione di Gesù al Tempio, stasera il parroco Raffele D’Agosto porterà in processione un bellissimo Bambinello, restaurato dagli studenti e le studentesse del Liceo Artistico San Leucio.

Il Bambinello è una scultura di circa 45 cm, di autore ignoto, appartenente alla produzione devozionale dell’800 e regalato dai fedeli a don Raffaele. Presenta danni dovuti al tempo e alle intemperie. Don Raffaele, così, si rivolge al Liceo artistico.

Ottenuta la collaborazione e l’ausilio della dirigente, dott.sa Immacolata Nespoli, parte così il percorso didattico di restauro con le classi 3 e 5 E dell’indirizzo plastico/pittorico con i due docenti, Michele Cicala e Massimiliano Mirabella. 

Il lavoro di restauro ha richiesto due mesi di lavoro da parte degli studenti che hanno aderito con piacere a questa nuova attività. Tecnicamente hanno proceduto con il ripristino dell’opera, con l’uso della colla di coniglio e gesso di Bologna e il bellissimo risultato potrà essere ammirato stasera in processione.

Grande entusiasmo da parte di tutti; il neonato percorso didattico di restauro andrà avanti, su opere in cartapesta e non, messe a disposizione da don Raffaele: quest’ultimo esprime il suo ringraziamento alla dirigente e ai giovani partecipanti di una nuova e affascinante esperienza quale il restauro di un’opera.

Anna Rita Canone

Il primo agripizza italiano è del casertano Gerardo Rossi

Nel paese di San Pio il primo agriturismo della pizza italiano è nato dall’idea del casertano
Gerardo Rossi, pizzaiolo da cinque generazioni che nel 2020 dà il via a questo originale e
genuino progetto che valorizza questo piatto tradizionale con l’utilizzo di prodotti a km 0.
Un progetto oggi seguito e replicato da altri pizzaioli, in Campania e non solo, che ha le sue radici nel Sannio, terra benedetta dal terreno fertile e dal clima adeguato, meta di pellegrinaggi per i santi natali che accolse, luogo scelto da un casertano esperto pizzaiolo e conoscitore dei prodotti della terra, delle loro caratteristiche e dell’importanza della stagionalità e della genuinità.
Qui affonda le radici l’agripizza “Radici”, un luogo dove gli ingredienti utilizzati riportano il
palato ed i pensieri a sapori antichi, veraci e puri, esaltando e valorizzando un impasto base
gustoso e leggero, che porta chi lo assaggia a voler tornare per provare le diverse combinazioni del menu proposto, tanto variegato quanto adeguato al ciclo delle stagioni, rispettando la natura ed il suo corso.
Circa 2 anni orsono, infatti, il pizzaiolo Gerardo Rossi ha intrapreso questa avventura culinaria aprendo la prima pizzeria agricola italiana, un luogo dove la qualità incontra la tradizione.
Radici, già nel suo nome, racchiude l’amore per la terra, le radici profonde delle origini e la
storia autentica. Gerardo ha la cucina nel sangue, proviene da una famiglia che da ben cinque generazioni vive tra forni e fornelli. La sua passione per la pizza risale addirittura al trisavolo Umberto Del Buono, che nel lontano 1870, insieme al pizzaiolo Esposito, creò la famosissima “pizza Margherita”.
Pomodori e carciofi sono due perni fondamentali della sua pizzeria agricola, ortaggi che
utilizza non solo freschi ma anche trasformati utilizzando metodi di conservazione biologici.
Così sono nate le varie conserve di pomodoro, dal datterino al passato, al pelato, che
garantiscono per tutto l’anno il sapore genuino che, diversamente, si potrebbe avere solo
d’estate. Punta di diamante è il carciofo di Pietrelcina, presidio Slow Food, che nel periodo
primaverile si può gustare sulle sue pizze in tanti modi diversi. Gli estratti di questi carciofi
vengono utilizzati inoltre per la produzione del suo ormai noto amaro al carciofo di
Pietrelcina: ciliegina sulla torta che si unisce agli altri prodotti in conserva che vengono
proposti.
Anche l’olio di Ortice è a km 0, grazie a una produzione di olive bianche locali.
Salumi e formaggi provengono tutti da aziende del territorio, completando il ventaglio di
ingredienti necessari a realizzare pizze per ogni palato, che coniugano abbinamenti equilibrati e un tocco di fantasia.
In primavera sarà pronto un orto su un terreno biologico, visibile dalla pizzeria, illuminato
anche di sera, dove saranno coltivati ben quattro varietà di pomodori, melanzane, zucche,
zucchine, fiori di zucca, basilico, cicoria e tanti altri ortaggi da utilizzare per condire le pizze
nel rispetto della stagionalità dei prodotti. Un sistema integrato virtuoso, dal produttore al
consumatore, unico nel suo genere. I clienti vedranno, stando in pizzeria, dove crescono i
prodotti che trovano sulle pizze che scelgono.
La scelta delle pizze è varia, così come la carta dei vini, con una scelta oculata di cantine
selezionate. Per chi preferisce abbinare la birra, da “Radici” si trovano due birre artigianali
realizzate appositamente per questa agripizzeria che ha saputo valorizzare il territorio in tutti i suoi aspetti, scegliendo solo prodotti di qualità e laddove è possibile, prediligendo l’unicità.
Le pizze di Radici porta con sé il patrimonio culinario di una famiglia devota alla creazione di sapori autentici. Per questo mangiare una pizza qui è un viaggio attraverso la storia della pizza e di questi luoghi, una conoscenza di un pezzo d’Italia passando attraverso la ricchezza della sua terra, che racconta la vita scandita da ritmi lenti e dal trascorrere delle stagioni. Un micromondo in cui la grande varietà dei prodotti che la terra offre lo rende autosufficiente e in grado di fornire, partendo dalla pizza, una panoramica enogastronomica sana, genuina, equilibrata e a metro 0 più che a km 0.
Per saperne di più :

https://www.facebook.com/radicipizzeriagricola

Anna Rita Canone

Carnevale Maddalonese IX edizione

Maddaloni – Manca davvero poco per la IX edizione del Carnevale Maddalonese, organizzata dall’APS “Carnevale Maddalonese” con il comune di Maddaloni. Una manifestazione che negli anni è cresciuta grazie ad un lavoro corale di enti, associazioni, scuole, sponsor, singoli, che con il loro contributo hanno reso questo di Maddaloni un appuntamento imperdibile, già da anni inserito anche nei calendari d’ITALIA. IL CARNEVALE MADDALONESE gode del patrocinio del Consiglio Regionale della Campania, della Provincia di Caserta e della Fondazione “Villaggio dei Ragazzi – don Salvatore d’Angelo”. Quest’anno sono ben due gli istituti scolastici partecipanti, l’I.C. “Maddaloni 2 – Valle“ e il Liceo “Don Gnocchi”. Il Borgo dell’Uliveto Quartiere Pignatari curerà, come sempre, la parte tradizionale mentre l’associazione “Il pulmino sognatore” porterà sul palco i ragazzi speciali con una loro esibizione. Le scuole di danza cittadine sono ben tre: l’Arte del Movimento, A.S.D. Ficlub Academy, Dance Sport Academy e la “Scuola di Ballo” di Luana di Lillo coordinate dalla direzione artistica di Domenico Carfora. Presenti anche altre associazioni: Che idea, Unac e la Pro Loco di Maddaloni. Il programma si articola su ben cinque giornate a partire da domenica 4 febbraio, con una giornata interamente dedicata ai bambini nella villa comunale “Imposimato” di via Libertà. Una novità di quest’anno sarà la premiazione della vetrina e della maschera più originale. Per partecipare basterà inviare la foto della vetrina addobbata con il nome del negozio e/o della maschera, corredata di nome e cognome, alla pagina Facebook “Aps Carnevale maddalonese”, dopo essersi iscritti alla pagina. Tutte le foto saranno pubblicate e la giuria popolare social, attraverso i LIKE, decreterà i vincitori per le due categorie. Il programma completo prevede sfilate dei carri, esibizioni e spettacoli comici e musicali di rilievo come Gianluca Manzieri e i LOS LOCOS, secondo il calendario descritto nella locandina allegata. Martedì 13 febbraio i festeggiamenti si concluderanno con l’estrazione dei premi della lotteria, i cui biglietti saranno acquistabili ancora durante il Carnevale, la premiazione della vetrina e della maschera, lo spettacolo dei DITELO VOI e il funerale di Carnevale. Il Carnevale è presentato dalla giornalista Lucia Grimaldi.

Anna Rita Canone

Le aragoste di Philip Colbert giungono al MANN 

25 gennaio. Un incontro forse inaspettato: l’aragosta pop del celebre artista britannico Philip Colbert diviene protagonista di tele e sculture che rielaborano l’iconografia di mosaici ed affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.  

Dal 26 gennaio al 1° aprile 2024, la mostra site specific “Philip Colbert. House of the lobster” è in programma nell’Atrio del MANN: l’idea dell’installazione è nata quando Colbert, che aveva esposto le sue coloratissime statue a Largo San Martino nell’estate del 2023, ha pensato di trasformare la sua aragosta in un surreale messaggero che viaggia tra passato e presente.  

Ad ingresso del Museo, dunque, è possibile trovare diverse opere che, pur riecheggiando il mondo dei cartoon, non rinunciano a svelare i propri riferimenti dotti: ecco, dunque, le grandi tele in cui la lotta tra le aragoste sembra una rielaborazione postmoderna della battaglia di Isso, i quadri che riprendono i mosaici pompeiani con polpo e aragosta, le sculture marmoree con riferimenti al mito di Perseo testimoniato in vari affreschi vesuviani. Non mancano anche resine che, in forme e colori, ricordano le ceramiche greche e magnogreche. 

L’arte contemporanea al Museo Archeologico Nazionale con un percorso che coinvolgerà non soltanto i più piccoli visitatori e le loro famiglie, ma anche gli appassionati di arte classica: le opere di Colbert, infatti, sono un atto d’amore verso le nostre radici culturali, che ci riportano all’antichità“, commenta il Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna

Ho realizzato un sogno“, aggiunge Colbert “e sono felice di tornare a Napoli in un luogo del mio cuore, come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La fantasia, che è sempre proiettata verso il futuro, diviene poesia quando incontra il passato: vorrei trasmettere questo messaggio a tutti i visitatori, in particolare ai più giovani“. Definito dal giornalista André Leon Talley come “il figlioccio di Andy Warhol”, Colbert (classe 1979), laureato in filosofia all’University St. Andrews, spazia da sempre tra scultura, pittura, arredo e design; ha collaborato con Adidas, Asus e Moleskine.

Anna Rita Canone

FINALE AZZURRO POZZUOLI  

Dopo il convegno inaugurale col primo showcooking e il grande successo dell’Aperifish del 19 dicembre scorso con 1000 presenze, Azzurro Pozzuoli mercoledì 20 dicembre scorso ha acceso i fari sulla Blue Economy. Moderato dal giornalista RAI Ettore Di Lorenzo, il convegno ha dato risalto a un settore che in Italia è in crescita e registra delle belle realtà economiche in tutta la Penisola. “Qui c’è una storia di economia del mare, qui è nata del resto la prima colonia greca della Magna Graecia a Cuma – ha ricordato Di Lorenzo -. Tutte le condizioni per dar vita a un destino straordinario sono sorte qui”. Per l’assessore alle attività produttive del Comune di Pozzuoli Titti Zazzaroquesta conferenza è avvenuta dopo due giorni importanti. Abbiamo riunito i ristoratori del territorio, valorizzando l’eccellenza e creando un senso di comunità”. Articolato in tre sessioni, una dedicata al Blue & Good, il blu e il buono, la seconda alla Blue Innovation (l’innovazione blu), e la terza al Blue thinking, il pensiero blu, il dibattito è stata l’occasione per scoprire e approfondire le realtà felici della Costiera Amalfitana e della Laguna di Venezia, raccontate rispettivamente da Mitilla, la cozza di Pellestrina coltivata nell’isola che separa la Serenissima dall’Adriatico; e da Lucia Di Mauro, dell’Associazione valorizzazione del Consorzio della colatura di alici di Cetara DOP. Fabio Postiglione di O.P. Mytilus Campaniae, tra i relatori, ha sottolineato come la Blue economyrappresenti 51,2 miliardi di euro in Italia, al terzo posto in Europa, con un effetto moltiplicatore di 1,7: in totale 136 miliardi si attivano automaticamente con la pesca. Il Sud è capofila nella blue economy e in tutto il Belpaese il numero di imprese è cresciuto”. A conclusione dei lavori lo chef Alfonso Caputo, Stella Michelin per la Taverna del Capitano di Massa Lubrense, ha deliziato i palati con la sua zuppa di pesce azzurro. Al meeting sulla Blue Economy ha fatto poi seguito il 21 dicembre scorso la Zuppa di Pesce Day, la giornata in cui ben nove ristoratori puteolani hanno celebrato il piatto tradizionale puteolano rivisitato coi pesci azzurri, unico ingrediente esclusivo a tavola. Dal Brontolone al Rudere, da White Chill Out alla Cucina degli Amici, i ristoranti di Pozzuoli hanno cucinato per i commensali una zuppa condita solo da pesci azzurri come sgombro, palamita, ricciola, tonno e alici. E poi Colmare, Liquid Bar, Donna Fortuna, la pizzeria ristorante Anticus e ovviamente Punto Nave, il miglior ristorante di pesce in Italia per la rinomata guida enogastronomica 50 Top Italy 2024 curata da Luciano Pignataro, Albert Sapere e Barbara Guerra. Azzurro Pozzuoli il 21 dicembre presso Villa Avellino Residenza Storica, ha sposato le due iniziative di Malazè: quella del mercato B2B, l’incontro tra ristoratori e pescatori, produttori agricoli e viticoltori; e la masterclass del 22 dicembre scorso, tenuta dall’AIS Campania, sull’abbinamento pesce azzurro e vino flegreo, in cui si è sfatato il mito del vino rosso che si vuole solo come accompagnamento alla carne e mai al pesce. L’appuntamento finale si è tenuto poi sabato 23 dicembre scorso con il mercato al dettaglio B2C a via Nicola Fasano a Pozzuoli per i consumatori alle prese con l’acquisto tradizionale del pesce per il cenone della vigilia di Natale 2023. Senza dimenticare la diretta di Radio Marte con Gigio Rosa la mattina tra i mercatali e il Cuoppo Fish day del pomeriggio. Dalle 17 alle 19, alla presenza dell’assessore Zazzaro e del sindaco del Comune di Pozzuoli Luigi Manzoni, 100 kg di alici fritte sono state servite per tutti nel classico coppetiello, in abbinamento alla Falanghina dei Campi Flegrei. Un bianco prestigioso che ora ha in Pozzuoli una nuova Città del Vino da quando è partita la prima edizione di questa kermesse, primo festival del pesce azzurro in terra flegrea nella capitale del pescato di qualità.

Anna Rita Canone

Il MANN chiude il 2023 con oltre 550mila visitatori: +25% rispetto al 2022

Crediti: Livia Pacera

Oltre 550mila visitatori al Museo Archeologico Nazionale di Napoli nel 2023: il trend di presenze è in crescita di circa il 25% rispetto al 2022, quando al MANN sono stati registrati 441mila ingressi. L’anno appena trascorso è stato segnato dell’inaugurazione del nuovo allestimento della Sezione Campania Romana, che presenta oltre duecento reperti in sale non risultate fruibili negli ultimi quarant’anni. A novembre scorso, è stata avviata la fase esecutiva del restauro del Mosaico di Alessandro: il cantiere è oggi visibile al pubblico. Si lavora alacremente anche nei depositi: nei sotterranei denominati “Cavaiole” fervono le attività di catalogazione e risistemazione degli innumerevoli manufatti custoditi. “Il 2024 inizia con ottimi auspici per il Museo e per la città: la programmazione di eventi culturali di qualità e la valorizzazione delle collezioni storiche permetteranno di costruire un dialogo sempre più stretto con cittadini e turisti. Speriamo che il 2024 ci premi, facendo archiviare definitivamente la battuta di arresto determinata dal Covid“, commenta il Direttore Generale Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna.

Anna Rita Canone

I PASTORI DI CIOCCOLATO DEL BAR FRANCO NEL PRESEPE TRADIZIONALE

La tradizione vuole che nel giorno dell’Immacolata si addobbi la casa a festa per Natale, con albero, luci e presepe. L’innovazione, invece, fa spuntare quest’anno dei golosi pastori di cioccolato all’interno di un presepe classico napoletano, realizzato da un maestro di San Gregorio Armeno. La trovata è di Giuseppe Marzio, giovane titolare dello storico Bar Franco di Fuorigrotta a Napoli, situato in viale Augusto 35. L’idea di Giuseppe per oggi 8 dicembre è semplice ma allo stesso tempo ricca d’amore per la tradizione delle feste: aggiungere dei pastori interamente fatti di cioccolato in un presepe anch’esso completamente lavorato artigianalmente, come la regola comanda a Napoli. Pastori che verranno poi donati alla clientela e fatti assaggiare per un’intera giornata, dalla mattina fino al tardo pomeriggio di venerdì 8 dicembre, salvo esaurimento scorte.

L’IDEATORE E IL SUO PRESEPE

Il presepe è un’istituzione, è una cultura sacra, intoccabile a mio avviso – spiega Giuseppe -. Domani 8 dicembre inaugureremo questo intramontabile simbolo del Natale partenopeo realizzato dall’artista Marco D’Auria, direttamente da San Gregorio Armeno, offrendo ai nostri clienti un pastore di cioccolato”. Cinque soggetti, tra cui ovviamente Gesù Bambino e due dei tre Re Magi, oltre all’asinello, faranno capolino perciò tra le grotte, i balconcini e le botteghe in miniatura messi a punto con dedizione e dovizia certosina di particolari dal maestro presepiale D’Auria. E ci resteranno per tutto il periodo delle feste, fino all’Epifania. Nei giorni dell’allestimento che ha preceduto l’inaugurazione ufficiale l’opera ha già attirato l’attenzione dei primi clienti curiosi, e sicuramente catturerà l’attenzione di molti altri nel tradizionale giorno di festa che anticipa il weekend di questo ponte dell’Immacolata. Cioccolato al latte finissimo, preparato dal laboratorio del Bar Franco, unito alla passione per il presepe, vanto e orgoglio artistico di Napoli nel mondo, a un passo dal riconoscimento UNESCO anni fa. All’inaugurazione sarà presente anche il mastro presepaio D’Auria, già molto impegnato in questo periodo clou dell’anno nella sua bottega a via San Gregorio Armeno 2, vico Giuseppe Maffei.

STORIA DEL BAR A FUORIGROTTA

Il Bar Franco è stato forse tra i primi a Fuorigrotta ad avere un laboratorio tutto suo all’interno per la produzione di torte e dolci da colazione. Le sue radici sono lontane e risalgono al 1945, anno della prima apertura ufficiale al pubblico col signor Franco, da cui ha preso poi il nome. Passato poi attraverso varie gestioni, attualmente il bar all’angolo tra viale Augusto e via Marc’Antonio – a due passi dalla centralissima piazza San Vitale e da via Leopardi –  è guidato da Giuseppe Marzio. Ne ha preso le redini prima del covid-19, ereditando il testimone dal padre Luigi, e riuscendo a superare il momento buio della pandemia proprio grazie all’asporto, dopo una lunga pausa per ristrutturazione. Merito anche di una piccola pasticceria molto richiesta, insieme alle torte di cake design per feste, anniversari e compleanni. Il Bar Franco è una realtà affermata, un punto di incontro e di riferimento per i cittadini dell’area Ovest di Napoli, e l’iniziativa simbolica dell’8 dicembre vuole restituire al quartiere l’affetto ricevuto per decenni. Con quel tocco di magica dolcezza che durante le feste di Natale non guasta mai.

Anna Rita Canone

207° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DEL CORPO DI COMMISSARIATO

Maddaloni, 24 novembre 2023. Si è svolta nei giorni scorsi, alla presenza del Direttore Centrale del Bilancio e degli Affari finanziari della Difesa e Capo del Corpo di Commissariato dell’Esercito, Tenente Generale Stefano Rega, la celebrazione del 207° anniversario della costituzione del Corpo di Commissariato dell’Esercito.

L’evento, tenutosi presso la Scuola di Commissariato dell’Esercito, Ente che opera alle dipendenze del Comando Logistico dell’Esercito per il tramite del Comando di Commissariato, alla presenza delle autorità militari e civili locali è stato dedicato alla memoria del Tenente Mauro Magrone, decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare al quale è stato anche intitolato un busto bronzeo inaugurato dal Tenente Generale Rega, mercoledì scorso nel piazzale della Caserma.

In particolare, il Capo del Corpo, nella sua allocuzione, ha evidenziato come l’esempio del Ten. Magrone deve costantemente permeare lo spirito di servizio di tutti coloro che appartengono al corpo di Commissariato dell’Esercito.

Inoltre, nell’ambito delle celebrazioni, si è svolta una narrazione storico-musicale tenuta dal Dottor Michele D’Andrea presso l’Auditorium della Provincia di Caserta alla presenza del Generale di Corpo d’Armata Mauro D’Ubaldi, Comandante Logistico dell’Esercito.

All’evento hanno partecipato diverse Autorità cittadine e provinciali tra cui il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Dott. Gennaro Oliviero, il Sindaco di Caserta, Avv. Carlo Marino, e il Prefetto di Caserta Dott. Giuseppe Castaldo.

In particolare il Comandante Logistico ha rivolto ai partecipanti un indirizzo di saluto evidenziando che, forte degli oltre due secoli di storia, il Corpo di Commissariato, ieri come oggi, ha sempre saputo adattarsi ai mutevoli e complessi scenari, garantendo, con immutato e costante slancio, il supporto logistico e amministrativo alla Forza Armata.

Anna Rita Canone

“Scusate la follia” presentato all’Università Vanvitelli

Santa Maria Capua Vetere: ieri mattina, 22 novembre, si è tenuta la presentazione presso L’Università Vanvitelli – Palazzo Melzi, del romanzo intitolato “Scusate La Follia” della scrittrice e giornalista Lucia Sforza.

Il romanzo, di drammatica attualità, è un giallo-psicologico e tratta i temi di: omicidio e indagini forensi, psicologia sociale e adolescenziale, alcolismo, violenza di genere, tossico-dipendenza, bipolarismo, complesso di Elettra, riferimenti alla prostituzione e alla violenza verbale, amore tossico, visione duale dell’amore.

Prima studentessa ventenne a debuttare nel prestigioso palazzo, la giovane autrice ha presentato il libro con l’evento organizzato dall’Associazione studentesca Futura Vanvitelli, di cui il moderatore dell’evento è stato Domenico Iodice, volto della Vanvitelli nonché rappresentante CDS.

La presentazione si è svolta attraverso le domande curiose del relatore e delle professoresse.

In platea le docenti Marianna Pignata e Carmela di Carluccio, insieme ai loro studenti del corso di Scienze per l’investigazione e la sicurezza.

Il romanzo ha riscosso una vera pioggia di successo, grazie all’evento ricco di contenuti e lunghi e sentiti applausi da parte del pubblico: alunni e professoresse.

Il romanzo è edito da Leonardo J, si sviluppa lungo 338 pagine e costa € 14,90.

Anna Rita Canone